Come posso non farti entrare?
Sei sole e luna, potente e devastante almeno quanto me.
Sei vecchiaia, giovinezza e terra di mezzo, splendore, impulso e solitudine.
Sentirti mi rincuora e inquieta, mi porta nel fondo di ogni canzone del mio battito
dove il suono è profondo, dov’è tamburo.
Sei circostanza, rigidità, bellezza, e perfetto errore
e la veggenza mi stordisce di entusiasmi e singhiozzi.
Non sò schivare le onde,
cerco di attraversarle incolume,
cerco e mi cerchio di aria umida evaporando
arcobaleni di stordimento.
Quello che sei mi attraversa e risuona
mentre imparo ad esserne
comunque
profondamente felice.